Semplicemente padre

Per guardare alla genitorialità dal punto di vista dei papà riprendiamo la riflessione di Matteo Bussola, disegnatore di fumetti, scrittore, architetto, ma soprattutto papà. 

La sua reazione all’articolo dedicato ai padri che “decidono di prendersi il tempo per partecipare (più) attivamente alla cura e all'educazione dei figli, a quei papà che magari lottano per avere congedi parentali per godersi una gioia che spetta pure a loro e, perché no, per stare accanto alle loro compagne in un momento delicato come il post partum (in cui le neomadri sono spesso abbandonate e sole)”, uscito all’inizio dell’anno e nel quale viene citato come capostipite dei “papà pancini”, è una risposta perfetta al pregiudizio culturale che relega l’affettività, l’amorevolezza, la cura e la presenza a “cose da donne e da madri”. 
L’articolo in questione riflette in tono scherzoso un pregiudizio, purtroppo estremamente radicato, che assume che i figli, soprattutto quando sono piccoli, siano della mamma. La mamma si occupa di loro, il papà, al massimo, la aiuta. E se fa un po’ di più allora diventa “un mammo”. 
Un padre che rivendica il diritto e la possibilità di partecipare alla crescita dei propri figli sta solo, semplicemente, facendo il padre” scrive Bussola, e ricorda la sua trasmissione radiofonica “I Padrieterni” che gioca proprio sul fatto che “la paternità è l’unica professione della vita dalla quale un uomo non potrà dimettersi mai. Una volta padre lo resterai per sempre”.
 
Siamo felici di iniziare a condividere alcuni pezzi di vita di padri che fanno i padri. Senza termini aggiuntivi a legittimare la volontà di essere presenti per i propri figli.

 

 

Photo by Derek Thomson on Unsplash

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